Passata la festa ed i preparativi per la festa, la club house comincia a prendere un’aria naturale. Siamo ancora lì a giocare con le lampadine a led che cambiano colore, pensiamo alla posizione definitiva dei frigo ma cominciamo anche ad usarla nella quotidianità. Movimento in palestra, riunioni al tavolo, birretta dopo l’allenamento al bancone. É bellissima ed è davvero più bella di prima. Una cosa ho notato ieri. La porta.
La porta è stata imbastita dalla Royal Navy e finita, penso, da Stefano di notte. Perché la sera non c’era e la mattina dopo si. Ci abbiamo appeso le locandine di alcune delle iniziative che ci hanno sostenuto in questi lunghi faticosissimi giorni. Sono tante, coloratissime. A me fa ridere che mia zia ottantenne, il questore della polizia, una squadra di rugby professionista, un ragazzo che guida elicotteri a Londra, un giornalista francese, giocatori old, pallavoliste, produttori di agrumi, ex impiegati comunali abbiano in comune quella porta. Evidentemente quella porta rappresenta qualcosa che è comprensibile da tutti.
Dall’altro lato della porta, a parte un adesivo col logo della Librineria, c’è una foto.
Una sola.
Non so chi ce l’ha messa.
É la foto del Presidente della Repubblica che stringe la mano a Stefano, il nostro Presidente. Erano passati pochi giorni dall’incendio. Ricordo che alla radio sentii “il Presidente Mattarella conferma la visita a Librino nonostante l’incendio…”
Sembra una cosa da poco ma qualcuno ha sentito il bisogno di mettere un simbolo istituzionale su quella porta. É la porta che va dagli spogliatoi alla club house.
Nel contesto in cui operiamo è un messaggio molto chiaro.
Nel nostro essere in equilibrio sulla linea -neanche tanto sottile- tra ciò chè è giusto e ciò che è legale il riconoscimento da parte delle istituzioni è fondamentale.