Domenica siamo stati ospiti della Volley Catania che ha dato spazio durante la partita vinta contro il Lagonegro ad una raccolta fondi per noi. I ringraziamenti sono d’obbligo ma -so che qualunque sportivo condividerà- prima i complimenti per la vittoria.
Non vedevo dal vivo una partita di pallavolo di alto livello da anni. La prima cosa che mi ha colpito è che il campo, dalle tribune, sembra piccolissimo.
Poi la musica. Al palazzetto c’è la musica. Sarebbe bello spendere qualche euro in un sistema per amplificare all’esterno. Utile per esempio per comunicare quando c’è una macchina fuori posto, che capita sempre. Ma anche per urlare la formazione che entra in campo. Wow. Mi immagino i Briganti accompagnati dall’inno alla gioia. Perché proprio l’inno alla gioia? Primo perché inneggia alla gioia, poi perché è bello, da la carica. Perché é Europeo e anche Librino è Europa e, viceversa, Europa è anche Librino non ce lo scordiamo. E poi perché i nostri ragazzi adorano Beethoven. Occhio che parte l’aneddoto.
Una volta ne accompagnavo un gruppetto a casa, avevo in auto il cd della V, suonata dai Berliner diretti da Abbado e, stranamente, non sento i ragazzi fare schifìo. Dopo il famosissimo attacco Alfio fa: “É moshru. è attipo quando nei film ci su coppa fotti” (è un mostro*, come quando nei film ci sono le botte forti. *Il concetto di essere mostro non è traducibile NdT).
Mentre guardavo la partita pensavo a quanto sport di buon livello c’è in questa città. Immaginavo quanto ancora si potrebbe realizzare, se solo lo si volesse, supportando adeguatamente le realtà che già ci sono, che già operano in quartieri difficili, perché anche la zona del Palacatania non è semplice. Non è semplice Nesima, non lo è Galermo.
Guardavo le maglie delle due squadre piene di sponsor, come la nostra. Pensavo a com’è difficile far quadrare i conti.
Sentivo e partecipavo all’incitamento del pubblico, infuocato dopo il primo set perso. Poi tre set vinti di fila, galvanizzati dagli applausi. Pensavo a quanto è bello l’applauso dei tifosi.