Giovedì 11 Gennaio, tardo pomeriggio, dell’incendio della nostra club house ho saputo nelle prime ore della mattina. Due messaggi, le foto, l’incredulità, la rabbia, il dolore. Percorro via del giaggiolo per la millionesima volta, per la prima volta senza sapere cosa mi troverò di fronte una volta varcato il cancello. E’ buio, pioviggina, si sente puzza di bruciato , cordoni bianchi e rossi impediscono il passaggio vicino al portone d’ingresso della club house, guardo le inferriate delle finestre piegate dal fuoco in corrispondenza dell’aula del doposcuola e dei laboratori, di pomeriggi faticosi e felici e la prima tentazione è quella di cedere di fronte allo spettacolo del niente, ma il campo S. Teodoro non è stato spazzato via dalle fiamme, resiste, esiste: dal buio sbucano fuori i ragazzini e le ragazzine delle under, si avvicinano per salutare, hanno facce sgomente, ma sono lì per allenarsi,dopo l’incendio, nonostante l’incendio. Iniziano ad arrivare anche i giocatori della prima squadra, dell’under 18 e le brigantesse. Io e Angela siamo sedute su una panca, di fronte alle porte degli spogliatoi, decidiamo di comprare una cassa di perlenbacher per berla insieme ai ragazzi e alle ragazze ad allenamento concluso, come eravamo solite fare in club house dopo i turni di doposcuola e dopo gli allenamenti, per sentirci a casa, per ricordarci che non esiste incendio così violento da portarsi via l’amore per “iccampo” , che ci lega tutti, briganti e librineriste, e la passione per le nostre lotte contro pregiudizi, incuria, retorica e strumentalizzazioni nella più bistrattata delle periferie, così a fine allenamento brindiamo insieme, solleviamo in alto le nostre lattine calde da 50 cl, ci facciamo un selfie di gruppo, urliamo un “suca” liberatorio, tra la tristezza e la rabbia si fa spazio il sorriso, sulle facce di tutti. Forse non ce l’eravamo ancora detti, ma era già chiaro: non un passo indietro! E infatti l’indomani la librineria riprende le sue attività, come da programma ed è un turno speciale, aperto a tutta la cittadinanza, a cui chiediamo di sostenerci, di aiutarci a ricominciare perchè se le fiamme non si sono portate via la nostra volontà di lottare, i materiali per fare i laboratori, quelli purtroppo si! Il sostegno arriva. Arriva in buste cariche di libri, materiale di cancelleria, pastelli, pennarelli, tempere, castelli e dinosauri. Arriva dalle mani dei bambini che si fermano a disegnare con noi, da chi oltre alle buste porta la propria volontà di affiancarci, di provare a fare turno con noi, da chi ci chiede come procedere per fare una donazione, da chi si propone di fornire sedie, banchetti e librerie. Davanti agli spalti, tra i disegni, i mandarini, le risate dei bambini e il sostegno concreto di tantissime persone capiamo di non essere i soli a non voler retrocedere di un passo, sappiamo che la nostra speranza di ridare ai nostri ragazzi e ai nostri bambini la loro club house il prima possibile è la speranza di tanti. Ho sempre pensato che i sogni e le speranze dei bambini siano fatti di tutti i colori ed è bello che il primo gesto di sostegno concreto sia arrivato sotto forma di matite colorate e che con quelle matite i bambini abbiano raccontato della loro club house e dell’incendio, tramite disegni dove non c’è spazio per la paura e il livore, ma solo amore e senso di appartenenza a quello che invano hanno provato a portare via loro.
2018-02-03 Matite colorate