In più di dieci anni saranno saltati si e no 10 allenamenti. Ieri sera ne è saltato uno ed è conseguenza dell’incendio. Per la precisione è conseguenza della risposta che la nostra città sta dando all’incendio.
Perché ieri sera, concedetecelo, abbiamo fatto festa.
Un’organizzazione partita dagli artisti stessi ha riempito un teatro intero, tutto esaurito già in prevendita, biglietti introvabili.
Un concerto partecipato ed intenso, colorato, movimentato.

Bellissimo.

Due sono le reazioni che ci lasciano storditi per la loro intensità: quella del mondo del rugby e quella di Catania.
La cosa che mi colpisce é che i catanesi non hanno nessuna paura di farsi sentire e di farsi vedere. In un contesto che rievoca i fantasmi delle ore più cupe della nostra isola, centinaia di persone non hanno avuto nessun dubbio nello schierarsi, apertamente. Alcuni hanno fatto centinaia di chilometri per raggiungere il campo. Molti ci erano già stati, molti altri hanno colto l’occasione per mantenere la promessa di venire a trovarci prima o poi.
Mi piace pensare che non sono venuti a schierarsi “contro” gli incendiari, chiunque sia stato. Mi piace pensare che sono venuti a schierarsi “con”, con noi.
Noi siamo quelli che fanno doposcuola ai ragazzini, che tirano su tre ragazzetti che altrimenti sarebbero a spasso e invece sono convocati nella selezione che è in partenza per Roma per un campionato under18 nazionale. Siamo quelli del primo orto sociale della città, che non è solo verde: è un esperimento sociale. Ma questa è un’altra storia.
Siamo i guastatori che assaltano una roccaforte, siamo la versione 2000 della banda di Robin Hood.
Noi siamo quelli dei divieti: non si beve birra prima dell’esordio in prima squadra, non si disturba chi studia, non si placca al collo, non si usano pesticidi, non si parla e guai a chi fischia quando si batte una punizione, non si lascia il nastro adesivo in disordine.
Noi siamo quelli che scambano la firena senza frane.
Cosa?
Suca! (per le goliardate, attenzione, guardia sempre alta)
Una cosa non siamo: svuotacantine. La raccolta di libri non è l’occasione per disfarsi di quei libri che neanche i tarli trovano appetitosi. E neppure di vecchi album da colorare usati o di videocassette smagnetizzate.
A noi servono libri preziosi: quelli che avete letto e riletto, quelli dai quali non vi separereste mai.
Dei libri di cui non sapete che farci, onestamente, non sappiamo che farcene neppure noi.
I libri che servono in Librineria sono libri capaci di appassionare, di coinvolgere, di affascinare. Devono stregare bambini e bambine e ragazzini che sono di una generazione che non legge in un quartiere che non legge.
A noi servono libri magici.

Agenda per domani: alle 16 l’Italia gioca contro l’Inghilterra la prima partita del 6 Nazioni. D-Max ha offerto ai Briganti il viaggio per partecipare alla trasmissione in studio ed in campo.

Domani tutti a tifare Italia.

2018-02-02 Concerti e cantine

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