“Arte e Sport: Strumenti dell’Impegno Sociale nelle periferie”
Sabato, 3 novembre, alle ore 11,30, presso l’impianto sportivo San Teodoro di Librino a Catania ha avuto luogo la conferenza stampa dal titolo “Arte e Sport: Strumenti dell’Impegno Sociale nelle periferie” indetta dal Comitato Campo San Teodoro Liberato.
Ospiti del Comitato i 24 grana, Original Sicilian Style, D-Slaves, Samuela Schilirò, Associazione Stratanova, tutti sul palco la sera stessa per il concerto tenutosi al Castello Normanno di Paternò.
Il Comitato Campo San Teodoro Liberato di cui fanno parte, oltre una nutrita schiera di cittadini, il Centro saas Iqbal Masih, l’ASD Rugby I Briganti Onlus, la polisportiva Sguna Rossa dell’Etna, l’ICS Dusmet, Teatro Coppola, Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, AS.A.A.E. Associazione Antiracket Antiusura Etnea, c.p.o. Experia, CGIL Librino, si è costituito il 25 aprile 2012 con l’intento di mettere in sicurezza e recuperare l’impianto sportivo comunale San Teodoro di Librino – Catania, lasciato da anni all’incuria e ai vandali, e richiederne l’affidamento della gestione.
Ad introdurre i lavori è proprio il portavoce del Comitato, Piero Mancuso – La conferenza stampa nasce da una riflessione sui diritti, anzi da una domanda: esiste un diritto allo sport e all’arte nelle periferie, un diritto dei cittadini ad avere delle ore per sé dedicate a non “produrre”? Noi siamo dentro questo impianto perché come cittadini e come contribuenti abbiamo voluto rispondere ad una provocazione, la provocazione di vedere un luogo che avrebbe dovuto essere destinato all’educazione e all’esercizio dei summenzionati diritti lasciato all’abbandono e alla devastazione. Abbiamo voluto liberare questo luogo dalla fatiscenza e dal rischio e lo stiamo sistemando per tutti coloro che vorranno utilizzarlo. Noi sappiamo di essere qui di passaggio, vorremmo essere quel ponte che possa restituire dignità a questo posto e collegarlo al momento in cui tornerà ad essere ciò per cui è nato, un centro di aggregazione sportiva. Siamo qui, quindi, perché abbiamo risposto ad un nostro “obbligo di cittadinanza” in un momento in cui pare che un’altra provocazione alla città possa esser fatta nella misura in cui si pensi di abbattere tale struttura, costruita con i soldi dei cittadini, per renderla un parcheggio. Le dinamiche della speculazione edilizia, il costruire, l’abbandono, la distruzione ed il ricostruire, sono ben note ai librinesi. Un altro luogo, infatti, dedicato all’arte e alla cultura, è stato inaugurato più volte in questo quartiere e mai utilizzato, ci riferiamo al Teatro Polivalente, sul cui palco non è mai stata data neanche una rappresentazione. Catania come Napoli, vivono le stesse identiche dinamiche distruttive e la speculazione si concentra nelle periferie perché sono considerate deboli, distratte. Ecco, noi vorremmo sovvertire questa logica, affermare che non siamo distratti, non siamo deboli, siamo parte di una trama sociale resistente, custode del proprio territorio e promotrice dei propri diritti.
E dal parallelismo Scampia – Librino, prende le mosse l’intervento dei 24 Grana, gruppo musicale napoletano di successo, nato negli anni ’90, la cui musica è una miscela di dub, reggae e rock. La musica riesce e vivere e proliferare dove sono queste crepe del sistema, nelle periferie – afferma il portavoce del gruppo – noi ci impegniamo ad accendere i riflettori sulle situazioni critiche delle periferie delle città del meridione. Con la musica, così come con lo sport, possiamo fertilizzare queste zone dimenticate ed essere parte attiva per la crescita e la realizzazione dei sogni, che non si sa come, qui nascono più belli che altrove. Vincenzo dell’Associazione Stratanova – abbiamo voluto fortemente essere qui questa mattina, per sostenere l’attività del Comitato perché riteniamo che la musica non possa prescindere dal proprio contenuto sociale. Enrico, degli Original Sicilian Style, gruppo musicale di reggae siciliano – la nostra è musica di denuncia, senza colori politici, cerchiamo di accendere un faro sulle situazioni critiche del nostro territorio perché riteniamo che la responsabilità sia anche nostra. Oggi vogliamo accendere i riflettori su questo progetto che vediamo qui in corso di avanzamento e di grande importanza sia per il recupero di questa struttura che per l’opportunità data ai giovani di evitare la cattiva strada. Chiara dei D-Slaves – noi vogliamo supportare queste ed altre iniziative simili perché crediamo che la musica e lo sport portino cultura e la cultura porta crescita sociale. Samuela Schilirò – con la mia musica cerco di diffondere interesse nel sociale anche perché anch’io sono attivista di un’associazione che opera sul territorio e mi sento molto impegnata nel migliorare le cose che ci circondano. La diffusione della cultura sicuramente accresce anche la ricchezza economica di un territorio.
La conferenza stampa si conclude con un invito dell’ASD Rugby I Briganti ad aderire alla campagna MOVEMBER un movimento-evento di beneficenza, che ogni anno nel mese di Novembre si occupa della sensibilizzazione e della raccolta fondi per la ricerca contro il cancro alla prostata.
La conferenza stampa si e collocata tra gli eventi della manifestazione promossa dal Comitato: “I Morti” al Campo San Teodoro” che, in occasione del ponte dei morti del 2 e 3 novembre, ha previsto cantieri di lavoro, street art, mercatino, baratto, esposizioni, proiezioni, concerti, dj set. Con la collaborazione artistica del Teatro Coppola, il contributo dell’archivio del Trailers FilmFest, di Radio Lab e degli street artists: Enrico Zecchini, Clelia Valentino, Vlady art, Gue, Anc, Ljubiza e che ha visto una grande partecipazione di pubblico e simpatizzanti.
Ad introdurre i lavori è proprio il portavoce del Comitato, Piero Mancuso – La conferenza stampa nasce da una riflessione sui diritti, anzi da una domanda: esiste un diritto allo sport e all’arte nelle periferie, un diritto dei cittadini ad avere delle ore per sé dedicate a non “produrre”? Noi siamo dentro questo impianto perché come cittadini e come contribuenti abbiamo voluto rispondere ad una provocazione, la provocazione di vedere un luogo che avrebbe dovuto essere destinato all’educazione e all’esercizio dei summenzionati diritti lasciato all’abbandono e alla devastazione. Abbiamo voluto liberare questo luogo dalla fatiscenza e dal rischio e lo stiamo sistemando per tutti coloro che vorranno utilizzarlo. Noi sappiamo di essere qui di passaggio, vorremmo essere quel ponte che possa restituire dignità a questo posto e collegarlo al momento in cui tornerà ad essere ciò per cui è nato, un centro di aggregazione sportiva. Siamo qui, quindi, perché abbiamo risposto ad un nostro “obbligo di cittadinanza” in un momento in cui pare che un’altra provocazione alla città possa esser fatta nella misura in cui si pensi di abbattere tale struttura, costruita con i soldi dei cittadini, per renderla un parcheggio. Le dinamiche della speculazione edilizia, il costruire, l’abbandono, la distruzione ed il ricostruire, sono ben note ai librinesi. Un altro luogo, infatti, dedicato all’arte e alla cultura, è stato inaugurato più volte in questo quartiere e mai utilizzato, ci riferiamo al Teatro Polivalente, sul cui palco non è mai stata data neanche una rappresentazione. Catania come Napoli, vivono le stesse identiche dinamiche distruttive e la speculazione si concentra nelle periferie perché sono considerate deboli, distratte. Ecco, noi vorremmo sovvertire questa logica, affermare che non siamo distratti, non siamo deboli, siamo parte di una trama sociale resistente, custode del proprio territorio e promotrice dei propri diritti.
E dal parallelismo Scampia – Librino, prende le mosse l’intervento dei 24 Grana, gruppo musicale napoletano di successo, nato negli anni ’90, la cui musica è una miscela di dub, reggae e rock. La musica riesce e vivere e proliferare dove sono queste crepe del sistema, nelle periferie – afferma il portavoce del gruppo – noi ci impegniamo ad accendere i riflettori sulle situazioni critiche delle periferie delle città del meridione. Con la musica, così come con lo sport, possiamo fertilizzare queste zone dimenticate ed essere parte attiva per la crescita e la realizzazione dei sogni, che non si sa come, qui nascono più belli che altrove. Vincenzo dell’Associazione Stratanova – abbiamo voluto fortemente essere qui questa mattina, per sostenere l’attività del Comitato perché riteniamo che la musica non possa prescindere dal proprio contenuto sociale. Enrico, degli Original Sicilian Style, gruppo musicale di reggae siciliano – la nostra è musica di denuncia, senza colori politici, cerchiamo di accendere un faro sulle situazioni critiche del nostro territorio perché riteniamo che la responsabilità sia anche nostra. Oggi vogliamo accendere i riflettori su questo progetto che vediamo qui in corso di avanzamento e di grande importanza sia per il recupero di questa struttura che per l’opportunità data ai giovani di evitare la cattiva strada. Chiara dei D-Slaves – noi vogliamo supportare queste ed altre iniziative simili perché crediamo che la musica e lo sport portino cultura e la cultura porta crescita sociale. Samuela Schilirò – con la mia musica cerco di diffondere interesse nel sociale anche perché anch’io sono attivista di un’associazione che opera sul territorio e mi sento molto impegnata nel migliorare le cose che ci circondano. La diffusione della cultura sicuramente accresce anche la ricchezza economica di un territorio.